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8 maggio 2007

People are strange

People are strange, when you're a stranger
Faces look ugly when you're alone
Women seem wicked, when you're unwanted
Streets are uneven when you're down

When you're strange
faces come out of the rain
When you're strange
no one remembers your name
When you're strange, When you're strange, When you're strange


Sarà il periodo, ma mi viene in mente spesso. Non credete che in fondo abbia ragione?


24 giugno 2006

Ricordate i vostri amici a 4 zampe!


Anch'io dico NO!
Contro l'abbandono degli animali che mette a repentaglio la loro vita.
Non parlano ma vedono e sentono!

Anche tu lancia l'appello! Salva il manifesto creato da Franci e pubblicato da lei e dagli Scribacchini!


21 giugno 2006

Fogli, matite e...

il primo fiore che mi viene in mente: l'orchidea
32°C, sole

Con più tempo libero da spendere in qualsiasi cosa abbia voglia, mi sono data da fare. Era da un po' che volevo tornare a disegnare e finalmente mi sono decisa a comprare un blocchetto nuovo nuovo e delle matite.
Il blocchetto è fantastico e ho già iniziato a fare qualche schizzo da rielaborare in disegni. Si chiama "Accademia" della Fabriano ed è comodo, fogli leggermente ruvidi e spessi e una collatura non fastidiosa.
Penso che lo porterò anche al mare.

16 maggio 2006

Novello Forrest

cosa faccio mentre scrivo: ascolto i Jethro Tull
19°C, è buio intorno a me...


A volte il confine tra incredibile e reale è sottile. Molto sottile...direi sovrapponibile.
Prendiamo la finzione cinematografica: Forrest Gump. La parte in cui Forrest
inizia a correre, quasi senza motivo, su e giù per gli Stati Uniti, ha dell'inverosimile. Almeno era ciò che credevo fino a qualche tempo fa.

Il novello Forrest esiste e si chiama Steve Vaught.
Deciso di lasciarsi alle spalle un passato scomodo e 187 kg (scomodi anche questi), partì il 10 Aprile scorso da San Diego alla volta di New York...percorrendo circa 5000 km con la scelta di camminare almeno per 32 km al giorno.
Durante il percorso, ripercorrendo la mitica Route66 di Jack Kerouac, ha consumato ben 14 paia di scarpe, affrontando diversi climi e qualche incidente di percorso. Senza perdere la grinta, alimentata dai numerosi sostenitori venuti a conoscenza della sua situazione per mezzo del tam-tam mediatico.

Per Vaught il cammino ha una funzione catartica. Dietro al desiderio di perdere i chili di troppo che gli rendevano la vita difficile (ora ne ha persi ben 57 in 13 mesi), si cela una motivazione profonda.
Nel 1990 causò la morte di due anziani in un incidente autostradale. Schiacciato da questo fardello, da questo senso di colpa che non gli dava pace, iniziò a mangiare, mangiare e mangiare...

Mister Vaught può vantare un anno sabbatico degno di nota. Mentre rifletteva, cercando di fare chiarezza nel corpo e nello spirito, ha ritrovato se stesso socializzando e mettendosi alla prova in situazioni nuove.

Mi auguro che quest'uomo abbia trovato quel che cercava, ispirandosi e dando un senso a un cammino che rischiava di rimanere intrappolato nel fantastico mondo della finzione cinematografica, a metà tra l'impossibile e l'intrigante.

FatManWalking

4 maggio 2006

Immergersi nelle parole e leggere poesie

conchiglia fa rima con...meraviglia
21°C, nuvole sparse

Quando leggo mi immergo in altri mondi, mi immedesimo in un estraneo irreale che credo di conoscere da sempre e mi faccio portare giù...fino a non voler risalire, fino a non voler staccare gli occhi da quelle combinazioni magiche di parole.

Per me leggere non è mai abbastanza, non sono mai sazia di libri. Leggo e continuerò a farlo perché non bisogna saziarsi con la lettura. È un'altra forma di cibo, mentale.


Mi piacerebbe leggere poesie, non solo quelle che studio a scuola. Non conosco molti poeti e vorrei colmare questa "lacuna", ma non so da dove iniziare.
Cosa mi suggerite?

26 aprile 2006

Chernobyl, per non dimenticare

monumento in ricordo delle vittime del disastro

24 aprile 2006

Alla faccia del taccuino


la prima parola che mi viene in mente: caro
17°C, buio...

Lo ammetto. È da molto che sono tentata dall'acquistare il celeberrimo "Moleskine", taccuino culto degli artisti. Eh già, quella sua foderina nera spessa, quell'elastico, quegli angoli smussati all'osso e le dimensioni mini lo rendono qualcosa di stranamente fascinoso.
Oggi in libreria ne ho visto uno. Volevo comprarlo, convinta che mi avrebbe dato un "nonsoché" di vagamente intellettuale. Se solo...non avessi saputo il prezzo. Nove, dico 9 euro per un taccuino piccolo piccolo!? Vabbè la fama ma...sono uscita comunque a mani vuote dubbiosa e "
trafelata" (abbondiamo con l'iperbole, va!).

Ne valeva la pena? Un "Moleskine" ti fa sembrare/sentire più intellettuale? A voi l'ardua sentenza.

Mi sa tanto che è meglio puntare su un semplice e "
a-nonimo" taccuino. Oppure me lo faccio regalare, il Moleskine.